Buongiorno, son il Dr. Terzo Fondi dello studio dentistico Fondi & Pirotto e questo è il primo video
di una serie in cui cercherò di spiegare le varie branche dell’odontoiatria.
Buongiorno, son il Dr. Terzo Fondi dello studio dentistico Fondi & Pirotto e questo è il primo video
di una serie in cui cercherò di spiegare le varie branche dell’odontoiatria.
CORSERVARE I PROPRI DENTI
Si parla sempre di tecniche avanzate che abbiano la potenzialità di rigenerare i tessuti in modo da ricostruire organi e parti lese del corpo umano. Anche in odontoiatria l’argomento è piuttosto dibattuto, perché è il futuro per la salute dentale. Ma la vera sfida, la sfida eterna che ogni dentista porta avanti tutti i giorni è la ricerca di una strada per conservare i denti che madre natura ci ha dato, più a lungo possibile.
L’impresa è assai ardua, e ci si scontra contro molti nemici: l’igiene, la regolarità dei controlli, la sana alimentazione, le patologie, la genetica…
Conservare i denti ossia la loro struttura specie nei pazienti giovani diventa un obiettivo primario di un dentista onesto, valutate perciò sempre, con molta attenzione l’eventualità di estrazione di elementi dentali. Dovrebbe essere l’ultimo passo, quello da fare solo quando tutte le strade sono state provate.
I trattamenti più comunemente eseguiti in odontoiatria conservativa che sono quelli per conservare i denti, sono: otturazioni, ricostruzioni e intarsi. Uno step successivo è la cura canalare, laddove il danno interessi anche la polpa dentale più profonda.
Nemico n.1 quindi: la lesione cariosa!
Individuare la carie ed intervenire prontamente, se questo avviene con tempestività, il nostro impegno, volto sempre a conservare i denti, viene premiato. Ma ciò non sempre accade e si arriva dal dentista quando la carie è avanzata. La rimozione di una lesione cariosa porta spesso alla esposizione di una piccola parte della polpa del dente, a questo punto il medico dovrà decidere se procedere con un incappucciamento pulpare oppure eseguire una terapia canalare.
L’approccio alla cura da parte dello specialista deve essere sempre il meno invasivo possibile e in casi come questo la scelta potrebbe essere difficile.
Alla buona riuscita del progetto globale di conservazione dei denti contribuisce in modo rilevante la parte attiva del paziente.
La raccomandazione più valida è sempre la stessa: non aspettate che il dente faccia male per andare dal dentista!
Eseguite l’igiene dentale a casa seguendo passo passo ciò che vi viene consigliato ed insegnato dall’igienista e eseguite un’igiene dentale professionale con regolarità.
Quella che comunemente viene definita come l’odontoiatria classica assume quindi un’importanza enorme se considerata sotto un’ottica più ampia.
Molte persone si chiedono se sia davvero importante e basilare o se quelli in commercio, siano più che altro fatti per vendere e fare girare le casse dei produttori
Di sicuro la seconda è una frase che nel mondo di oggi è sempre vera e mai sbagliata, dietro ad ogni prodotto ci sono interessi economici e alle volte questi superano la reale utilità del prodotto stesso
Per certi versi anche il collutorio corrisponde a questa descrizione o meglio, di base può essere utile ma di sicuro non è fondamentale come certi cartelloni o pubblicità vogliono farci credere.
Si tratta della pubblicità di un noto collutorio, nella quale all’uso di questo prodotto, viene attribuita la guarigione di una gengiva sanguinante e inoltre viene sminuita l’importanza di spazzolino e filo interdentale dicendo che essi alle volte non bastano per una corretta igiene orale, non bastano se non usati correttamente altrimenti certo che bastano, anzi avanzano
In più, noi sappiamo che quando abbiamo sanguinamento della gengiva potremmo essere in presenza di una gengivite o peggio di una parodontite, queste come scritto in precedenti articoli dipendono da fattori che il solo collutorio non potrà mai guarire ma al massimo solo tamponare, per la presenza di alcune sostanze in esso che possono limitare il sanguinamento
Ma questo non significa che ci guariscono da gengiviti o parodontiti, sarebbe troppo bello, basterebbe usare un collutorio e non avremo più problemi a livello dentale
Tanto bello quanto impossibile, se le gengive sanguinano l’unica cose che può mettervi al riparo è un continuo e corretto spazzolamento e uso del filo interdentale e andare dal vostro igienista dentale per la rimozioneprofessionale delle cause che provocano queste infiammazioni e quindi il sanguinamento, queste cause sono i depositi di placca e tartaro, cause che sicuramente un semplice collutorio non può risolvere da solo.
Quindi diffidate da chi dice che i collutori sono indispensabili o curatori.
Fatta questa iniziale premessa, andiamo a vedere le due tipologie principali di collutori che ci sono in commercio e che sono:
Questi sono i due grandi insiemi che descrivono le caratteristiche, ognuno ha dei piccoli sottoinsiemi
Questi collutori contengono appunto una sostanza chiamata Clorexidina e cioè un disinfettante di sintesi chimica ad azione antisettica e battericida contro una vasta gamma di batteri, soprattutto quelli causa di gengiviti
Viene venduto con varie percentuali di questa sostanza tipo 0,12%, 0,20%,0,30% ad ogni percentuale corrisponde una diversa efficacia, in base alla situazione del paziente spesso dopo l’igiene professionale, verrà consigliata quella giusta adatta al paziente in considerazione.
Nota negativa, il suo uso non potrà essere protratto nel tempo, difatti questa
sostanza tende a macchiare denti e lingua, con macchie che difficilmente vengono via con lo spazzolino e quindi dalle quali bisogna proteggersi
Per questo viene consigliato come una sorta di terapia post igiene professionale,
perché aiuta e completa al meglio la guarigione dei tessuti gengivali, verrà consigliato per una durata che varia dai 10 ai 20 giorni di solito.
Alle volte, il vostro igienista può prepararvene un po’ in un bicchiere da usare prima dell’inizio della seduta di igiene.
Qui il marketing la fa da padrona, perché in nessun caso li ritengo fondamentali ma al massimo utili nulla più
L’importante è che siano senza alcool perché questo con il tempo può recare fastidi alle gengive, oramai comunque sono in pratica quasi tutti senza alcool
Di questa tipologia ne abbiamo davvero a bizzeffe:
Potremmo continuare ancora ma credetemi non vi sarebbe molto utile
Di sicuro possono portare dei benefici, ad esempio alcuni collutori sbiancanti in associazione a dentifrici sbiancanti usati ogni tanto tipo 2/3 volte a settimana, aiutano a mantenere più a lungo gli effetti dello sbiancamento, ma non fanno miracoli non pensate che ve lo fanno durare tre anni di più, altrimenti basterebbe farlo una volta e usare quei prodotti per avere tutti denti splendenti per sempre
Così come quello remineralizzante in persone che hanno la tendenza a sviluppare carie più facilmente, anche per via di un ph salivare non fantastico o per persone che hanno denti molto sensibili, questi collutori associati ad una buona igiene orale possono dare qualche beneficio ma anche qui non è che con quelli non avrete più le carie, altrimenti ci mettete alla sbarra nessuno tra igienisti dentali e dentisti lavorerebbe
Quindi diciamo che non sono consigliati e che in certi casi possono essere utili e piacevoli da usare anche per rinfrescare la bocca, magari al mattino prima di uscire
Ma quello che dovete imprimervi in mente, come un segreto di stato, è che gli strumenti fondamentali sono spazzolino e filo interdentale usati nella maniera corretta, essi sono indispensabili, il resto sono tutti utili ma non indispensabili.
Per cui usateli pure, quelli alla clorexidina sempre e solo sotto indicazione di un igienista dentale o dentista e per un arco di tempo limitato, quelli per uso quotidiano senza alcool in base alle vostre esigenze o preferenze, vi saranno utili ma non saranno loro a garantirvi la corretta igiene.
Il bruxismo è l’atto di stringere, serrare o digrignare i denti sopratutto durante il sonno nonostante il fenomeno sia in aumento e venga rilevato anche nelle ore diurne. Secondo recenti ricerche il bruxismo sarebbe un campanello d’allarme che ci indica, negli adolescenti, una pressione psicologica da collegare anche ad atti di bullismo subiti.
Il 65% degli adolescenti che hanno avuto a che fare con il bullismo, presenta il fenomeno bruxismo circa 4 volte di più rispetto alla norma. Lo studio pubblicato nel Journal of Oral Rehabilitation, avverte i genitori, raccomandando un intervento repentino sia a livello odontoiatrico che psicologico.
La ricerca ha evidenziato che ragazzi dai 13 ai 15 anni che erano assoggettati a pressioni di bullismo verbale, soprattutto in ambito scolastico, mostravano una maggiore percentuale nello digrignare i denti durante il sonno.
Il soggetto affetto da bruxismo molto spesso non percepisce il problema identificandolo, ma al risveglio sentirà dolore a livello della mascella, nel tempo il bruxismo porterà il paziente ad avere canini e molari consumati o lesi, e se trascurato o non identificato, lo condurrà ad avere denti e articolazioni temporomandibolari danneggiati. A questi disturbi spesso si associa cefalea ingiustificata e disturbi all’apparato uditivo.
Le cause della patologia, non sono note, ma secondo gli studi più recenti il fenomeno può essere favorito da:
Il problema viene purtroppo sottovalutato, ma è molto diffuso in particolare tra gli adulti. L’Accademia italiana di odontoiatria protesica ha rilevato che ne sono affetti circa 15 milioni di italiani e l’incidenza è in continua e significativa crescita.
Come controllarlo?
Il bruxismo notturno può essere gestito attraverso l’utilizzo di un bite, un apparecchio rimovibile, realizzato in resina trasparente, che viene posizionato tra l’arcata dentale superiore e quella inferiore, e grazie alla sua funzione da “cuscinetto”, blocca l’azione di strofinamento e serramento durante le ore notturne.
Se il bruxismo è presente di giorno l’uso del bite risulta poco risolutivo in quanto difficilmente il paziente riesce a tenere il dispositivo. È perciò necessaria un’azione cosciente di controllo, quindi viene richiesto di prestare attenzione al fenomeno e cercare di allentare le tensioni.
Paziente in prima visita viene con tutta la sua documentazione, ha girato già diversi studi da Reggio Emilia, dove abita, a Piacenza, e sempre ha ricevuto la stessa risposta: “Non ha abbastanza osso per poter eseguire gli impianti.” L’arcata superiore è completamente edentula, e porta una protesi totale da diversi anni, ora la cresta si ulteriormente ritirata e quindi fa fatica a trovare stabilità avendo notevoli disagi. Nell’arcata inferiore sono presenti 4 elementi dentari che ricoperti sostengono uno scheletrato, tali elementi appaiono molto compromessi e mobili, doloranti alla masticazione.
Viene controllata la tac che la paziente aveva portato con se e viene eseguita una nuova ortopantomografia della arcate dentarie.
Quindi si decide di estrarre tutti gli elementi inferiori ed eseguire contemporaneamente 4 impianti, mentre nell’arcata superiore di inserire 4 impianti con chirurgia guidata. Cominciamo dall’inferiore, si eseguono le estrazioni si scolla un lembo a tutto spessore, e la situazione appare molto più complessa di quanto sembrasse in radiografia, gli elementi dentali infetti avevano provocato vere e proprie voragini nell’osso, per fortuna nell’arcata inferiore, quanto c’è altezza dell’osso, tra i forami mentonieri ( dove passano i nervi ) si può pulire ed abbassare l’osso fino a trovare uno spessore adeguato e tessuto osseo sano, si posizionano gli impianti decidendo di non fare il carico immediato, vista la scarsa qualità dell’osso, si posiziona la protesi totale provvisoria confezionata in precedenza ma la tenuta non era soddisfacente, si decide allora di caricare un impianto, quello centrale, mettendogli un bottone che inserendosi nella protesi la stabilizza. Chiaramente c’è la possibilità che questo impianto possa essere perduto, ma i tre restanti, una volta integrati sono più che sufficienti per avvitare una barra che darà una stabilità notevole alla protesi.
La paziente è soddisfattissima, non ha più dolore e la protesi totale ancorata ad un impianto le da una stabilità soddisfacente per poter mangiare.
Passiamo quindi all’arcata superiore. Si esegue una tac con inserita una dima che ci permetterà di avere dei punti di repere, si prende quindi l’impronta dell’arcata superiore che una volta sviluppata viene scannerizzata dopo di che un apposito softaware unisce le due immagini e posiziona gli impianti nell’unica zona possibile essendo la cresta ossea davvero molto stretta e con due enormi seni mascellari molto bassi. Con una stampante 3D viene confezionata una guida chirurgica che ci permetterà di posizionare gli impianti senza tagliare ed scollare un lembo, quindi senza dover suturare con un enorme confort per il paziente.
La mattina dell’intervento la paziente viene con la protesi inferiore ancorata ad un impianto e la sua vecchia protesi superiore, viene posizionata la dima chirurgica ricavata dallo studio della tac e della bocca quindi una volta provata la precisione della dima si blocca con dei pin laterali, poi con una sequenza ben protocollata attraverso i fori della dima e guidati dagli stessi si eseguono i vari passaggi per posizionare gli impianti, il tutto per la durata di circa 30 minuti. posizionati gli impianti si smonta la guida chirurgica e la paziente può tranquillamente rimettere la sua vecchia protesi in attesa dell’integrazione degli impianti e quindi il confezionamento di una nuova protesi ancorata ad una barra avvitata sui 4 impianti.
Questa è la tac eseguita dopo il posizionamento degli impianti da cui si vede come tutti gli elementi implantari siano all’interno della cresta ossea.
La cosa più bella è la soddisfazione della paziente che dopo un paio di ore dall’intervento non aveva alcun dolore ne gonfiore e che ha potuto mangiare tranquillamente senza nessun problema, il suo ringraziamento e gratitudine sono stati espressi con un bellissimo messaggio che ha inviato come riconoscimento allo studio. Sicuramente questo sarà il futuro della chirurgia implantare, ma senza dimenticare la capacità di eseguire la metodica classica con l’apertura di un lembo chirurgico qualora dovessero insorgere delle complicazioni durante l’esecuzione della chirurgia guidata.
Sempre più spesso sui social circolano articoli che invitano a qualche forma di medicina fai da te, con tutti i rischi per la salute che ne possono conseguire.
I “rimedi casalinghi” possono talvolta rivelarsi efficaci, ma, nella maggioranza dei casi, non portano alcun reale giovamento al paziente. Anzi. Molto spesso chi tenta di curarsi con il “fai da te” vede peggiorare il suo quadro clinico e rende più complesso il successivo intervento terapeutico.
Prendiamo in considerazione una delle tante procedure consigliate in ambito dentistico e riportiamo testualmente una metodica suggerita per rimuovere il tartaro.
Si legge:
Et voilà! Siete improvvisamente, quantomeno, igienisti dentali.
Il percorso di studio per diventarlo davvero è inutile, gli investimenti in attrezzature specifiche sono superflui per non parlare dell’utilizzo di strumenti sterili: obsoleto.
Ecco di seguito cosa potrebbe accadere provando a seguire queste indicazioni:
In realtà anche i dentisti utilizzano il bicarbonato di sodio durante le sedute di igiene dentale ma, ovviamente, ci sono enormi differenze.
Primo: il bicarbonato di sodio è diverso. Il prodotto presente sugli scaffali del supermercato ha grani molto grossi che graffiano la superficie del dente.
Secondo: l’igienista non procede alla pulizia “spazzolando” i denti, ma utilizza un macchinario apposito che genera un getto di acqua, aria e bicarbonato. Grazie a tale strumento è in grado di trattare ogni dente nel modo più opportuno, direzionando il getto in modo da non compromettere la salute della mucosa, variando la concentrazione del bicarbonato e modulandone l’intensità e la distanza dalle superfici dentali.
L’unico modo per risparmiare denaro in ambito dentistico è quello di farsi seguire da personale competente e seguirne scrupolosamente le indicazioni (lavarsi regolarmente i denti, utilizzare dentifrici e collutori di buona qualità, cambiare spesso lo spazzolino etc.) puntando alla prevenzione delle patologie orali attraverso regolari sedute di igiene e di controllo.
Sorridi, provaci!
Il sorriso è un’arma potentissima a disposizione di ognuno di noi ed è oggetto di molti studi scientifici.
Cosa significa sorridere? Perché lo facciamo? Cosa vedono gli altri nel nostro sorriso?
I PRIMI STUDI
Il primo ad esaminare il sorriso fu Charles Darwin. Egli si rese conto che sorridere è un atto universale, non legato al contesto culturale di provenienza come invece la comunicazione verbale o alcuni gesti del linguaggio del corpo.
Ogni persona è, infatti, in grado di comprendere il sorriso e i sentimenti che esso comunica.
LE TIPOLOGIE DI SORRISI
Il sorriso può essere naturale quando siamo di buon umore, oppure forzato quando invece ci sentiamo tristi.
Gli scienziati hanno identificato 6 tipologie di sorriso a seconda di quali muscoli, delle labbra, delle guance o del viso, vengono coinvolti.
GLI EFFETTI DEL SORRISO
Anni di studio hanno evidenziato altri aspetti legati all’atto di sorridere.
Tutti noi sorridiamo e nel farlo esprimiamo gioia. La cosa più interessante però, è che basta sorridere per provare allegria.
Se è vero che, quando si prova una sensazione di gioia, il nostro corpo risponde contraendo i muscoli facciali ed in particolare modo quelli degli zigomi (sorridendo appunto), è vero anche che il gesto stesso di sorridere, indipendentemente dal fatto che sia spontaneo o meno, è in grado di farci provare uno stato di allegria.
Il nostro cervello infatti reagisce a ciò che il nostro corpo sta facendo e, dal momento che interpreta il sorriso come felicità, modifica il nostro umore in base a questa lettura.
Non solo.
Il sorriso ha effetto su chi ci circonda.
Anche se non siamo felici, essere circondati da persone sorridenti, è in grado di migliorare considerevolmente il nostro umore.
QUEL SORRISO NASCOSTO
La mancanza di uno o più elementi dentali, forti discromie o un allineamento scorretto inducono alcune persone ad impedirsi di sorridere. L’impatto psicologico e sociale di questa determinazione, dettata molto spesso da un senso di vergogna ed inadeguatezza, è estremamente grave.
Il sorriso può farci stare meglio, può far sì che le persone rispondano a noi in modo più positivo. Con un sorriso è molto più probabile riuscire ad avere successo all’interno delle relazioni personali o in termini di carriera.
Il sorriso è ciò che ci permette di mostrare al mondo i nostri sentimenti o di mascherare alcune sensazioni.
Non sorridere significa rinunciare ad uno dei più grandi doni che l’uomo abbia.
Poi si può sorridere lo stesso, perchè si è comunque felici, ma credo che un sorriso con tutti i denti in ordine abbia una valenza maggiore.
A volte le immagini valgono più di 1000 parole.
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